Se a pesaro non attacca...

A noi è andata male... ma il centro destra ha vinto ovunque... qualche riflessione da
Il Mattinale..

Se le urne sono vuote per la sinistra, si buttino le urne. Le elezioni, le regole parlamentari, la democrazia che si fonda sulla maggioranza vanno bene alla sinistra solo quando è confortata dai voti, vince le elezioni e occupa le posizioni di potere. In caso contrario, bisogna trovare strade alternative, scorciatoie, “scosse”, come ha detto Massino D’Alema.
Questa è la nuova parola d’ordine degli sconfitti: la “scossa”. Invano D’Alema ha cercato di precisare: il senso era chiaro ed era (ed è) sinonimo di “ribaltone”. Ovvero una serie di eventi che portino l’attuale maggioranza parlamentare di centrodestra a sgretolarsi e consentano alla sinistra di tornare al potere, eventualmente attraverso un passaggio intermedio, come avvenne nel 1995.
Ciò che preoccupa non è il desiderio dell’opposizione di tornare al governo: è normale che questo accada, e di fatto accade dappertutto. È il ruolo dell’opposizione, è un suo diritto lavorare per diventare maggioranza.
Ciò che preoccupa, e in questo l’Italia non è un Paese “normale”, è che l’opposizione di sinistra non accetti la situazione “normale” di essere minoranza dopo lo svolgimento di libere elezioni e affidi le sue speranze non all’efficacia del discorso politico ma ad eventi estranei, definiti “scosse” da D’Alema: un personaggio politico che di scosse un po’ se ne intende – prescindendo dalla valutazione sui risultati e i frutti. Quando, nel 1994, prima “scosse” Achille Occhetto dalla segreteria dell’allora Pds, d’intesa con Veltroni; poi, nello stesso anno, sconfitto dai voti degli iscritti che si pronunziarono a favore di Veltroni, “scosse” quel risultato grazie ad una manovra di vertice; nel 1998, “scosse” Prodi e lo sbalzò dalla presidenza del Consiglio; nel 2008, ha “scosso” – non da solo – sia Veltroni dalla segreteria del nuovo Pd sia Prodi, una seconda volta, da Palazzo Chigi.
Tutto ciò rivela ancora una volta il disprezzo genetico della sinistra per la libertà individuale, il libero voto, la democrazia fondata sulla libertà. E rivela l’istinto per il “centralismo democratico”, cioè il potere deciso da elite che si cooptano e che manipolano – esse sì – l’opinione pubblica.

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