Italiani consapevoli


PESARO - “I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i più alti gradi degli studi”. Con queste parole, citando il 34° articolo della costituzione italiana, Piero Calamandrei iniziò il suo discorso più celebre, tenuto presso la Società Umanitaria di Milano, il 26 gennaio 1955. Sono passati più cinquant’ anni da quel giorno in cui gli studenti delle scuola superiori e dell’ università del capoluogo lombardo organizzarono una delle prime conferenze sulla costituzione. E’ esattamente rileggendo quel testo che si apre la lectio magistralis di Maurizio Viroli, politologo e professore presso la Princeton University, tenutasi lo scorso 25 novembre nel salone metaurense della Prefettura. Si è trattato del secondo incontro del progetto “La Costituzione tra noi”, finanziato nell’ ambito del bando “Fuori le idee. Cittadini si diventa”, promosso dalla provincia di Pesaro e Urbino. I giovani studenti dell’ associazione culturale “Attimo storico” hanno interpretato, davanti ad un pubblico gremito di studenti ed insegnanti, le parole di Calamandrei, dando inizio alla conferenza. L’argomento era ovviamente la costituzione italiana, analizzata fin dalle sue origini e partendo dagli stessi verbali in cui l’ Assemblea costituente dibatteva i principi fondamentali dell’oramai prossimo ordinamento giuridico italiano. Per iniziare è stato presentato un confronto tra la costituzione e la Bibbia: entrambi i testi sono accomunati da un profondo spirito di libertà, il primo decisamente antifascista, il secondo nettamente religioso. I padri costituenti, pensando al periodo di dittatura appena trascorso, caratterizzato dalla totale perdita delle libertà di pensiero e di espressione, sentendo ancora l’amaro sapore della prigionia intellettuale, decisero di sottolineare negli articoli redatti proprio l’aspetto antifascista. Quest’ultima parola, basilare nella riflessione di Viroli, è sicuramente quella che meglio esprime il sentimento che percorreva i cuori di tutti coloro che, nel 1948, approvarono il testo ultimo dello statuto italiano. Era ed è difficile essere cittadini nel pieno senso del termine, ma ai giovani liceali sono state ricordate anche le parole di Mazzini: “Una patria non può avere stranieri nei suoi confini.” In Italia, purtroppo, a volte si perde l’orgoglio della propria nazionalità e stranieri non sono più gli immigrati, bensì gli italiani stessi. Oggi, sempre più spesso, si sentono persone famose e popolari vergognarsi di essere nati nel bel Paese e diventa necessario, di conseguenza, riscoprire la gloria, la fierezza e l’onore che si dovrebbero provare nell’affermare: “Io sono italiano”. In ragione di questo è importante non scordarsi che, non molto tempo fa, ci sono persone che per il tricolore verde-bianco-rosso hanno sacrificato la vita.
Eleonora Gregori Ferri

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